"In vino veritas", lo spettacolo dell'attore romano ha regalato momenti di rara intensità a villa Ca'Erizzo Luca.
Accade, in alcuni spettacoli, che ci siano momenti davvero speciali. Momenti che giustificano la serata, che da soli valgono il biglietto e ti mandano a casa con qualcosa in più. È accaduto giovedì a Ca'Erizzo Luca a due terzi di "InVinoVeritas", al momento di "Mio padre è morto partigiano".Al leggio Vinicio Marchioni, parole di Roberto Lerici, già cavallo di battaglia di GigiProietti, in cartellone per Operaestate.«Una poesia—ha dichiarato il 47enne attore romano —dedicata ai caduti di tutte le guerre nella villa che ospitò Ernest Hemingway un secolo fa».E spazio al racconto in versi di un genitore poco più che adolescente salito sui monti con la Resistenza e finito giovanissimo davanti al plotone di esecuzione. Pochi minuti per un passaggio di rara intensità, nel quale Marchioni ha dato voce alle speranze e alla disillusione della generazione dei nostri nonni. E siccome l'uomo è colto e conosce bene il mestiere dell'attore, il titolo incentrato sul vino ("Siamo nella terra del Prosecco") è l'occasione per viaggiare tra la poesia di Baudelaire e l'epica di Omero, la filosofia di Schopenhauer e Platone e il teatro-canzone di Gaber con il cavallo di battaglia"Qualcuno era comunista". Su tutto, a fare da collante tra i diversi segmenti l'immagine del nonno paterno, pure lui all'anagrafe Vinicio Marchioni, che non era un portento di erudizione ma tra un buon bicchiere e l'altro dispensava formule surreali per far tintinnare il bicchiere come «Se vincemo, brindemo; se perdemo se scazzottamo» e perle di saggezza ruspante che il Vinicio nipote ricorda ancora come momenti fondativi della sua formazione. Poi, con la musica di Pino Marino alla tastiera e alla chitarra e quella di Alessandro d'Alessandro all'organetto con incursioni nella lirica e una serie di improvvisazioni, dettate dal momento, il risultato è un bel mosaico nel quale il cambio di registro, dal comico al drammatico, dal grave al leggero, è la regola e dal quale spuntano a sorpresa giochi di parole costruiti alla Totò. Tra tutti«Siamo a Bassano del Grappa...e, se «In vino veritas, in grappa figurates». Seguono risate del pubblico, applausi e per il finale scorrono sul maxi- schermo le immagini in bianco e nero di nonno Vinicio.