Mario Manca, Vanity Fair

05/06/2018

Milena Mancini: «Non toccatemi Vinicio»

Se non avesse fatto l'attrice a quest'ora sarebbe una restauratrice o una skipper. La moglie di Marchioni e mamma di Marco e Marcello, oggi invece si divide in equilibrio fra danza e recitazione, dai videoclip con Kylie Minogue ai film d'autore. L'ultimo, «La terra dell'abbastanza», la vede nei panni di Alessia, una donna fragile di Borgata.

Se non avesse fatto l'attrice a quest'ora sarebbe una restauratrice o una skipper. «Da piccola, per via del mestiere di mio padre, ho sempre respirato l'antichità, i mobili, i dipinti di altri tempi. Ma amo anche molto il mare, andare in giro per il mondo e non fermarmi mai». Parola di Milena Mancini, classe 1977, bionda, bellissima, moglie di Vinicio Marchioni e mamma di Marco e Marcello, di 7 e 5 anni. Una vita in equilibrio fra danza e recitazione, dai videoclip con Kylie Minogue ai film d'autore presentati ai Festival più acclamati. L'ultimo, La terra dell'abbastanza, la vede nei panni di Alessia, una donna fragile di Borgata, mamma di Mirko, adolescente che sogna i soldi facili, la macchina super-accessoriata e il rispetto del clan.

Il film, presentato in anteprima nella sezione Panorama del Festival di Berlino e vincitore del Nastro d'Argento per i migliori registi esordienti ai fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo, permette a Milena di rappresentare una maternità singolare, per certi versi immatura. «Ho dovuto pensare a come può essere diventare mamma così giovane e crescere insieme al proprio figlio», racconta Mancini con voce squillante al telefono, raggiante per essere tornata sul set dopo cinque anni di stop proprio per dedicarsi appieno alla maternità. A non lasciarla sola, come sempre, è il marito Vinicio, il Freddo di Romanzo Criminale, colui che, sei mesi fa, le ha dedicato una toccante lettera d'amore su Instagram.* *«Sono io il marito di Milena Mancini, non lei la moglie di», specificava lui di fronte a migliaia di commenti e cuoricini. Parole che sciolgono il cuore e che suscitano l'invidia di qualcuna, ma guai a mettersi fra lei e suo marito.

Che tipo di mamma è Alessia, il personaggio che interpreta ne La terra dell'abbastanza?«È un tipo di mamma molto amica e molto complice del figlio. Una filosofia che, per me, non è particolarmente efficace. Il rischio è che, con la troppa confidenza, si finisca col mancare di rispetto al genitore ma, d'altronde, nessuno di noi può dare qualcosa di diverso rispetto a quello che ha».

Che cosa hanno portato i figli alla vostra vita insieme?«Più amore e più possibilità di conoscersi in maniera reciproca, come se i figli ti mettessero davanti a uno specchio. Riusciamo a gestire e a preservare la vita di coppia anche grazie alla loro maturità: sanno che mamma e papà hanno degli orari scombinati quando lavorano e sono molto tolleranti, flessibili».

Il distacco come lo vive?«Questo inverno è stata la prima volta che sono partita per un periodo di tempo più lungo. Avendoli partoriti è come se mi si staccasse un pezzo di me quando siamo lontani. È stato faticoso stare 15 giorni senza di loro, ma cercavo di non pensarci e, soprattutto, di non sentirmi in colpa: è una delle cose più deleterie per una persona».

Lei da ragazza com'era?«Molto seria, molto ligia. Andavo a fare la spesa, facevo danza, tornavo a casa, studiavo e non ho mai fatto sega a scuola. Piuttosto dicevo a mamma di voler restare a casa per prepararmi bene per l'interrogazione del giorno dopo. Oggi mi sento poco democratica, invece, come se fossi rimasta in contatto con la piccola Milena che in me: non mi obbligo a stare dove non voglio stare e a parlare con chi non voglio parlare».

E la danza quando è entrata nella sua vita?«Molto per caso. Alle medie avrei voluto fare pallavolo, ma abitavo in Borgata e mia madre, che non poteva accompagnarmi con la macchina, mi aveva consigliato di frequentare una scuola di danza più vicina a casa. Dopotutto ballare mi è sempre piaciuto: scoprire il metodo, le regole e tutto il resto è stato, invece, fondamentale».

Quando ha capito che sarebbe stata quella la sua strada?«Quando ho incontrato per la prima volta Luca Tommassini per l'audizione del concerto di Claudio Baglioni all'Olimpico. È stato allora che ho capito quello che volevo fare e ho rinunciato a tutte le trasmissioni televisive in cui ballavo, dal Bagaglino a Buona Domenica, per lavorare insieme a lui».

In quel periodo si trasferisce a Londra e incontra, fra gli altri, Kylie Minogue, che ha da poco compiuto 50 anni.«Kylie è una persona meravigliosa. Mi ha insegnato ad avere rispetto anche per la più piccola particella dello spettacolo, dal driver al ragazzo del catering. Tutti meritavano il suo sorriso e una sua parola gentile. A Roma la portai in giro con lo scooterone per un pomeriggio intero. Lei arrivò con un abito meraviglioso e le scarpette, allora le dissi che forse sarebbe stato meglio mettersi un paio di jeans, altrimenti l'avrebbero riconosciuta subito».

Dalla danza è passata, poi, alla recitazione. Durante un provino per la seconda stagione di Romanzo Criminale incontra il suo futuro marito Vinicio Marchioni che, ricordando quel giorno, ha detto che era vestita come Olivia Newton John.«Avevo un paio di fuseaux fucsia, il chiodo di pelle, i capelli ricci gonfissimi e delle scarpe da ginnastica con la para sotto che comprai al M.A.S., gli unici magazzini in cui potevi trovare vestiti anni Ottanta. All'epoca Vinicio era molto serio, sempre jeans e maglietta nera. Quando abbiamo iniziato a vivere insieme gli ho detto: "che dici, li vogliamo mettere un po' di colori in questo guardaroba?"».

Negli ultimi anni avete lavorato fianco a fianco a teatro in diversi spettacoli. Non diventa complicato stare così tanto tempo vicini?

«Ci stimiamo e ci rispettiamo in maniera reciproca. Poi, al massimo, per alleggerire la tensione mi faccio un bel bagno con il sale grosso e l'olio di mandorla. È un'esperienza rigenerante, fa bene ai muscoli, ti alleggerisce di tante cose».

Con il suo corpo che rapporto ha?«Quando ero pià giovane pensavo di avere le cosce troppo muscolose perché me lo aveva detto il mio primo fidanzatino che era un po' scemetto. Portavo solo pantaloni e gonne lunghe ma poi, quando ci siamo lasciati, ho scoperto la minigonna e i pantaloncini. Mi piace il mio corpo. Quando ero piccola sognavo di avere la vita piccola, i fianchi larghi e le tette, invece sono rimasta uguale».

Due anni fa, sul red carpet del Festival di Roma, ha avuto un piccolo incidente con la spallina del vestito...«È incredibile come da gran fica sia passata a degli scatti in cui sembravo Jim Carrey. I fotografi scattavano a raffica, mi chiamavano e io, ingenuamente, credevo di aver azzeccato la posa. Solo dopo una ragazza mi disse che mi stava cadendo la spalla. Con il mio fisico, in fin dei conti ci sta: non ho certo una quinta che straborda».

E Vinicio si ingelosì?«No, non siamo gelosi. L'unica cosa che mi dà fastidio è quando una terza persona prova a inserirsi fra noi mancandomi di rispetto. Vinicio è un bellissimo uomo ed è ovvio che non possa dire alle donne di non guardarlo e di non fargli complimenti. Fra l'essere carine e diventare insistenti, però, c'è una bella differenza ed è lì che ci vado giù pesante ed esce tutta la mia romanità».

È capitato?«Negli ultimi sette anni una volta sola. A un certo punto ho detto a questa donna che se non avesse lasciato perdere mio marito l'avrei gonfiata di botte. Devo essere stata abbastanza incisiva perché poi è sparita. Sono una persona buona, ma non mi devi rompere le scatole».

Con il tempo che passa, invece, che rapporto ha?«Lo rintengo giusto. Vivo ogni giorno cercando di non avere rimpianti quello dopo e, se anche avessi dei dubbi, recupero quello che volevo fare».

Lei, ai suoi due figli Marco e Marcello, che cosa dà?«Do tutto anche se, come per Alessia, mi capita spesso di chiedermi se abbia sbagliato e perché. Non sono, però, una migliore amica, ma una mamma che cerca di far rispettare una linea di demarcazione. Viviamo in Borgata, a casa parliamo italiano e quando capita che i miei figli si rivolgano a me con frasi tipo "che stai a dì" ricordo loro di non rivolgersi a me come se fossi una compagna di scuola».

Dicono che i figli maschi creino un rapporto più speciale con la mamma rispetto al papà.«Non credo che sia più speciale, è semplicemente diverso. Con Vinicio ci siamo divisi al 50 e 50, ogni tanto scegliamo chi faccia il poliziotto cattivo e chi quello buono. Se dai troppe regole ti potresti trovare dei figli che a 16 anni sono dei teppistelli».

Mario Manca, Vanity Fair

05/06/2018